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scelta dei tessuti per la una collezione

5 errori da evitare nella scelta dei tessuti per la tua collezione

Evitare di scegliere il tessuto prima di definire il progetto

Uno degli errori più frequenti che un brand, uno stilista o un designer può commettere è partire dalla scelta del tessuto prima di avere chiaro l’obiettivo del progetto. Questo accade spesso per impulso estetico, per attrazione verso una texture o una fantasia, senza però aver valutato il tipo di prodotto finale, la sua funzione, il target e il contesto d’uso. Il rischio? Elevato. Si va incontro a materiali non adatti alla destinazione d’uso, incoerenze tra design e supporto e soprattutto spreco di tempo, budget e risorse.

Senza un concept chiaro, la selezione del tessuto diventa un atto scollegato dalla strategia di collezione. Non sapere, ad esempio, se il tessuto sarà usato per un complemento d’arredo, un capo d’abbigliamento o un packaging decorativo, può portare alla scelta sbagliata in termini di grammatura, stabilità, resistenza o estetica. Questo errore si amplifica nel caso delle collezioni stagionali o tematiche, dove l’allineamento tra messaggio visivo e materia prima è fondamentale per trasmettere identità e coerenza.

Inoltre, avviare la produzione o addirittura ordinare quantità significative di metraggio prima di avere una visione d’insieme è estremamente rischioso. Potresti scoprire solo in fase avanzata che il materiale scelto non supporta la stampa con la precisione desiderata, che presenta problemi di ritiro o che non valorizza il pattern sviluppato. Tutto questo porta a costi aggiuntivi, modifiche in corsa e risultati finali compromessi.

La scelta del tessuto deve quindi essere una conseguenza della progettazione, non un punto di partenza. Una volta chiariti i valori del brand, il tipo di prodotto, lo stile desiderato e la funzione, sarà possibile selezionare il supporto più adatto con consapevolezza tecnica ed estetica.

Hai bisogno di strutturare correttamente il tuo processo creativo, partendo da concept e funzioni prima di scegliere i materiali? Il team Papis ti aiuta a pianificare il progetto con una consulenza mirata, allineando design e tessuto sin dall’inizio.

Dare priorità solo all’estetica ignorando le caratteristiche tecniche

Un altro errore comune e spesso sottovalutato è scegliere un tessuto esclusivamente per la sua bellezza, trascurando completamente le sue caratteristiche tecniche. È facile lasciarsi affascinare da una superficie morbida, da una stampa brillante o da una trama originale, ma se il materiale non risponde alle esigenze pratiche del progetto, l’intera collezione rischia di fallire.

Ogni tessuto possiede un insieme di proprietà fisiche e funzionali che ne determinano il comportamento durante la stampa, la confezione, l’uso e il lavaggio. Tra i parametri fondamentali da considerare ci sono:

  • Il peso al metro quadro (GSM), che influenza caduta, resistenza e aderenza del tessuto;
  • La capacità di assorbimento dell’inchiostro, determinante per la nitidezza e la fedeltà della stampa;
  • La stabilità dimensionale, ovvero la capacità del tessuto di mantenere la forma nel tempo e dopo i lavaggi;
  • La mano del tessuto, cioè il modo in cui si percepisce al tatto, importantissima soprattutto nel tessile casa e nella moda;
  • La reazione alla cucitura o al taglio, che può influenzare sia la resa estetica che la durata del prodotto.

Trascurare questi aspetti può comportare problemi strutturali e funzionali: una stampa che non aderisce correttamente, un tessuto che si sforma, una superficie che sbiadisce o che si usura dopo pochi utilizzi. E anche quando l’aspetto iniziale sembra convincente, le prestazioni nel tempo diventano il vero banco di prova.

Per ottenere un risultato duraturo, coerente e professionale, è necessario partire da una valutazione tecnica oggettiva del tessuto, prima ancora dell’estetica. Solo così si può garantire una fusione efficace tra design e performance.

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Con Papis puoi testare materiali in base all’uso finale e ricevere consulenze tecniche dettagliate sulla resa di ogni supporto.

Non testare campioni prima della produzione in serie

Uno degli errori più critici — e purtroppo più frequenti — è saltare la fase di test dei campioni prima di procedere con la stampa in serie o con l’industrializzazione del prodotto. Questo passaggio, spesso visto come una perdita di tempo o un costo accessorio, è in realtà un momento strategico per il successo dell’intera collezione.

Senza un test reale su campione, si opera “alla cieca”: non si hanno certezze su come il disegno si comporterà sul tessuto scelto, su come reagiranno i colori dopo il fissaggio, né su come la stampa si adatterà a determinati tagli o confezioni. Il risultato? Errori costosi, ripetizioni, prodotti scartati, clienti delusi.

Durante la stampa su tessuto, infatti, possono emergere una serie di problematiche tecniche che solo un campione può far emergere in tempo utile. Tra le più comuni:

  • Sbilanciamenti cromatici tra il file digitale e il risultato stampato;
  • Assorbimento irregolare dell’inchiostro dovuto alla composizione del tessuto;
  • Disallineamento o distorsione dei motivi, soprattutto su superfici elastiche o mosse;
  • Cambio di tono o brillantezza dopo il lavaggio o l’asciugatura;
  • Effetti indesiderati su texture complesse o tessuti con pelo o rilievo.

Testare il campione permette di prevenire questi problemi, affinare il file grafico, modificare il supporto o ritarare la macchina di stampa. Inoltre, è utile anche per la presentazione al cliente finale, per valutare il valore percepito e prendere decisioni più consapevoli sul lancio della collezione.

Papis offre la possibilità di realizzare test su più supporti, anche con piccole quantità, per verificare resa cromatica, resa tattile e performance tecnica prima dell’avvio della produzione. Un investimento minimo che può evitare perdite molto più rilevanti.

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Trascurare la sostenibilità e l’impatto ambientale

In un mercato sempre più sensibile ai temi ambientali, ignorare la sostenibilità nella scelta dei tessuti non è solo un errore tecnico, ma un grave limite strategico. Le aziende che trascurano questo aspetto rischiano di perdere competitività, credibilità e quote di mercato, soprattutto presso i consumatori consapevoli e nei canali retail più selettivi.

Oggi, la sostenibilità non si limita alla scelta di una fibra “naturale”. Bisogna valutare l’intera filiera del tessuto, dalle materie prime alle tecniche di lavorazione, dalla stampa alla tintura, fino alla confezione e allo smaltimento. Tra gli aspetti da considerare ci sono:

  • Origine e tracciabilità della fibra (organica, riciclata, certificata GOTS, OEKO-TEX, ecc.);
  • Consumo idrico ed energetico nel processo di produzione;
  • Presenza o assenza di trattamenti chimici nocivi;
  • Durabilità del prodotto, per ridurre il ciclo di consumo usa-e-getta;
  • Possibilità di riciclare o compostare il materiale a fine vita.

Lavorare con materiali non sostenibili può compromettere l’immagine di un brand, specialmente in settori dove l’estetica è legata a valori come cura, responsabilità e bellezza consapevole. Inoltre, molti buyer oggi richiedono certificazioni ambientali per inserire prodotti in catalogo o proporli in concept store, e-commerce o boutique sensibili ai valori green.

Affidarsi a partner che offrono tessuti stampabili certificati, garantendo allo stesso tempo estetica, prestazione e tracciabilità, è diventato un elemento distintivo per le aziende di successo. Papis lavora con una selezione di supporti naturali e sostenibili — come cotone organico, lino europeo certificato, modal di origine forestale controllata — e può fornire supporto nella creazione di collezioni che uniscano design e responsabilità ambientale.

Vuoi creare una collezione bella e sostenibile, in linea con i valori del tuo brand e le aspettative del mercato? Scrivici per scoprire i tessuti certificati più adatti al tuo progetto.

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Ignorare la stabilità dimensionale e le performance al lavaggio

Un aspetto spesso trascurato nella selezione dei tessuti è la loro stabilità dimensionale e resistenza ai lavaggi. Questo errore può compromettere l’intero risultato finale, soprattutto in collezioni destinate a un uso domestico, intensivo o commerciale, come nel caso dell’arredo, dell’abbigliamento o dei complementi tessili. Non tutti i tessuti reagiscono allo stesso modo all’acqua, al calore o alla frizione, e sottovalutare questi fattori significa esporre il brand a problemi strutturali, estetici e reputazionali.

Per “stabilità dimensionale” si intende la capacità del tessuto di mantenere forma e dimensioni nel tempo, anche dopo lavaggi ripetuti, stirature o sollecitazioni fisiche. Un tessuto non stabile può:

  • restringersi o allungarsi, compromettendo la vestibilità o l’adattabilità all’arredo
  • deformare i pattern stampati, alterando l’impatto visivo del disegno
  • generare grinze permanenti, che riducono la percezione di qualità del prodotto
  • presentare pilling, scolorimenti o variazioni di mano dopo il primo utilizzo

Questi problemi non sono sempre visibili “a prima vista” durante la fase di scelta. Per questo motivo è fondamentale effettuare test specifici, tra cui il lavaggio simulato, la misurazione del ritiro, il test di sfregamento e la prova colore. I risultati di questi test permettono di selezionare solo i tessuti che garantiscono performance costanti e affidabili nel tempo.

Nel mondo dell’home textile, dell’abbigliamento premium e del packaging tessile, offrire un prodotto bello ma fragile equivale a una promessa mancata. Al contrario, un tessuto che resiste bene all’uso quotidiano e conserva le sue proprietà anche dopo il lavaggio aumenta il valore percepito, favorisce il riacquisto e rafforza la fiducia nel marchio.

Papis esegue test specifici su ogni tessuto proposto, offrendo solo supporti che hanno superato rigidi controlli di stabilità e durabilità. Questo consente ai clienti di lavorare in sicurezza, garantendo qualità costante su ogni prodotto finito.Vuoi che la tua collezione sia bella oggi e impeccabile anche dopo il primo utilizzo?
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